Un grande saggio soleva dire che non era possibile salire un gradino più in alto verso la saggezza se non si era fatto in modo di aiutare qualcuno a salire sul gradino che ci si stava lasciando dietro.Come se nella saggezza fosse implicito l’insegnamento all’altro.
Queste parole che al giorno d’oggi possono sembrare poco più di un delirio “new age” in realtà sono leggi alle quali non ci si può esimere dal rispondere;così come è implicito nella parola “in-segnare” che si sta segnando qualcosa dentro di noi.
Mentre spieghiamo all’altro impariamo.L’altro,l’allievo,è la superficie sulla quale ci riflettiamo per mettere sul campo quel che crediamo di sapere.
Ogni insegnate dovrebbe essere consapevole di questo meccanismo.L’allievo imparerà veramente quando insegnerà all’altro.Il vero allievo impara ad insegnare,il vero insegnante fa lo stesso.
L’immagine fotografica è l’emblema di questo meccanismo.L’immagine che scattiamo,una volta stampata e osservata,ci spiegherà cosa abbiamo visto di noi;ce lo spiegherà scendendo a diversi livelli di profondità.Ogni volta che guarderemo quell’immagine ci dirà cose nuove perché ogni volta che la guarderemo non saremo mai gli stessi.
Ecco perché la fotografia è magica,perché è uno specchio in cui continuamente ci “insegniamo”.
Ecco che quella sagoma nera che ho fotografato,nell’immagine qui sopra,non rappresenta altro che me nel vento della vita…