LA SCELTA IN FOTOGRAFIA…

Ieri sera guardavo un video intervista a Mimmo Jodice,un fotografo famoso che personalmente mi piace molto.Fotografa ancora a pellicola e durante l’intervista stava svolgendo la selezione dei negativi per la scelta definitiva della foto da stampare.Spiegava il fatto,tanto importante quanto trascurato,in base al quale lui sarebbe diventato il vero autore della foto solo quando avesse effettuato la scelta della stessa rispetto a una serie di scatti simili che aveva eseguito.Questo,detto con parole diverse,significa che la fotografia è sempre una scelta:

Si sceglie quando si monta un’ottica piuttosto che un’altra,si sceglie quando si decidono i parametri di esposizione,si sceglie quando si inquadra,si sceglie quando si scatta,si sceglie quando si seleziona l’immagine tra i diversi scatti,si sceglie quando la si postproduce,si sceglie quando la si stampa.Solo dopo questo lungo percorso di scelta noi diventiamo gli autori della fotografia che finalmente vive.

Capite bene quanto sia riduttivo credere di fare delle foto scattandole solamente; è come credere di essere autori di un libro perché abbiamo scritto il titolo.

L’importanza della fase della scelta è tutto in fotografia.La scelta può essere pensata,colta nell’istante,ricercata ma comunque è una scelta.Togliere e scegliere sono concetti che viaggiano sempre insieme in fotografia.Il fotografo ritaglia porzioni di realtà che abbiano un’armonia,e lo fa quando scatta allo stesso modo di come lo fa quando seleziona lo scatto o quando lo postproduce.

E’ per questo che una foto indecisa non sarà mai una buona foto.La fotografia ci costringe a scegliere e a mostrare le nostre scelte;Io la chiamerei anche “responsabilità” un concetto  oggigiorno desueto ma fondamentale

Nella vita,come nella fotografia,se non si è in grado di scegliere è perché non si è abbastanza maturi per assumersi le responsabilità della nostra visione della stessa.

 

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DOVE STA ANDANDO LA FOTOGRAFIA?

Dove sta andando la fotografia?
E si,ogni tanto,a distanze di tempo piuttosto costanti,esce un articolo con un titolo del genere.La cosa simpatica di questo modo di approcciare a un argomento specifico ė che funziona in ogni ambito;possiamo sostituire la parola “fotografia” con qualsiasi altro termine e il titolo sembrerà comunque di impatto.Sono quelle immagini tipiche dei nostri tempi dove bisogna istillare curiosità nelle persone,ma non quella curiosità creativa che dovrebbe nascere naturale dentro ognuno di noi,ma quella curiosità artificiale che serve solo a fare un click sull’articolo e a dare consenso,credito e guadagno al sito che beneficia degli introiti pubblicitari legati a un click.
Non dobbiamo mai dimenticarci che tutto ciò che facciamo nella vita è solo una scusa per essere vivi e per sperimentare la vita in noi,nulla di ciò che facciamo esiste senza la vita che attraversa chi crea l’azione.Fotografare è un bel modo di sperimentare la vita perché insegna a guardarsi intorno con curiosità,o almeno dovrebbe farlo.
Chi crede che la fotografia sia qualcosa di staccato dalla sua esistenza,chi crede sia una passione che sta li e che di tanto intanto va toccata come il capo toccherebbe il sedere della segretaria,chi crede che le attrezzature vadano riposte in una teca e lucidate con maniacale feticismo,chi crede che per fare un bel ritratto occorra una bella ragazza,chi crede che per fare belle fotografie bisogna andare in un bel posto,a tutti questi dico,nella maniera più sincera possibile:Siete fuori strada.
Non esiste nulla al di fuori di voi…se non coltivate la vostra anima tutto quello che raccoglierete saranno gli sterpi secchi di una piantagione abbandonata nella siccità dell’illusione.
Dove sta andando la fotografia? Forse da nessuna parte dal momento che non esiste nessuna foto se qualcuno non la scatta.
Fa che la tua immagine dica qualcosa di te…ogni percorso è solo un passo dietro l’altro e la fotografia e solo un modo di dire a te stesso che sei vivo.

CONTROLUCE…

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C’era questa foglia in terra che ha attratto la mia attenzione.Eravamo io e Roberta e le spiegavo come entrare in contatto con la luce che colpisce le cose.Abbiamo provato a fare una serie di scatti piuttosto banali fin quando non mi è venuto in mente di provare a fotografare in “controluce”.Improvvisamente la foto ha preso vita,le forme hanno preso volume e la foglia,seppure secca e staccata dall’albero,è tornata a vivere in tutto il suo splendore.
Tra l’altro lo scatto ravvicinato ne ha enfatizzato la forma e la materia di cui è composta.
La visione di quel microcosmo perfetto mi ha ricordato per l’ennesima volta perché fotografare è solo un modo per dare attenzione all’armonia della vita.In particolare il “controluce” ha un fascino paradossale insito nella parola stessa.La fotografia che è luce,può essere enfatizzata andando “controluce”.Non so voi,ma io sono sempre affascinato dai paradossi perché racchiudono tutto il mistero della vita.
Ecco che una foglia che noi crediamo morta perché secca,fotografata da vicino con la giusta luce,ci appare come è in realtà,assolutamente Viva.
Qui nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma….Mi piace pensare che quella foglia non sia morta,si sia semplicemente messa in posa affinché io potessi fotografarla

ASCOLTA CIO’ CHE FOTOGRAFI

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Qualsiasi cosa fotografi ascolta quello che ha da dirti:
Se fotografi un luogo resta in silenzio per un po ad ascoltarlo,se fotografi una persona parlaci e cerca di conoscerla,se fotografi un fiore osservane la bellezza per un pò.
La vera fotografia è connessione con noi stessi,la vera fotografia è un modo di sentire,che diventa un modo di vedere;l’atto di fotografare è solo l’ultimo step di un lungo cammino dentro di noi.