Città di sassi rovinati
che ti affacci sui sorrisi della gente,
sul vociare scanzonato dei tuoi figli
che con due scherni e un po’ di confusione,
tirano il carro di giorni e di miserie.
Come le stagioni
che s’alternano alle storie della vita,
e trasforman l’uomo in cencio,
lasciandolo sul ciglio dei pensieri,
tu passi da ere mistiche
a lacrime che rigano i misteri.
Nel tramonto che t’arrossa
lasci il segno,
uno scarabocchio fatto in fretta
sopra quel muro rotto,
a scambiarsi più promesse
che rimpianti,
nella lotta quotidiana di due amanti.
Ti credi la regina del futuro
… e guardi indietro,
solitaria tra le grandi che hanno dato
onori, storia e fiumi di passioni,
adesso vivi in un presente immaginario
riflesso in pozzanghere di vetro,
a consumare i sogni che ti han dato.
Solitario va quell’uomo tra le vie
a girare gli angoli nascosti,
sperando dietro di trovarvi un segno
che porti in altri luoghi e in altre date,
sapendo che non potrà più esser ieri
… il tuo domani!
Le pietre sapienti che giacciono nell’ombra,
di arti e tragedie narrate da sempre,
aspettano fredde i pensieri silenti
che qualcuno saprà donar loro più avanti,
soltanto il sapere riesce a darci nuove forme
e coscienze guidate da un tremulo lume,
che riporta quei cuori, ormai persi da tanto,
a splendere ancora su altri volti e altre nubi.
Città rovinata dall’uomo e dal tempo,
smembrata dei fasti e rifatta man mano,
città rovinata da misere menti
che hai avuto fortune da quelle rovine,
scrollati un poco di dosso le pulci
che ti succhiano sangue
… in cambio di niente!
I. Angeletti – Le chiavi di pietra (2011-12) – Tutti i diritti sono riservatiFRAGILMENTE ETERNA