Tutti sappiamo che il mondo del digitale,tra le varie rivoluzioni che ha portato nel mondo della fotografia,ha portato con se anche la “quasi” fine della stampa su carta.
Quello che al tempo della pellicola era la naturale conclusione di un processo legato alla fotografia (la stampa appunto) col digitale è divenuta una scelta arbitraria dell’utente finale dell’immagine.Naturalmente un mondo che non fa altro che correre e consumare tutto in fretta e furia non può che fruire dell’immagine veloce;cosa di meglio se non lo schermo di un pc o di un telefonino?
Il fatto poi di potere postprodurre con dei semplici plug in le proprie foto,ha trasformato tutti in artisti delle proprie immagini che in un tempo che non supera i 120 secondi fa passare l’immagine dallo scatto al web nelle forme dei più svariati social network.
Non voglio fare però il solito discorso malinconico e ricordare con tristezza i tempi in cui c’era l’emozione di andare a ritirare le foto dal fotografo per vedere il vero risultato dei nostri scatti,io sono figlio del digitale e quindi sarei anche fuori luogo nel metterla su questo piano.Tra l’altro non sono nemmeno uno che crede che tutto quello che accade oggi sia sbagliato o senza senso,o comunque questa presunta superficialità è da far ricadere sull’uomo e non sul mezzo che si usa.Detto questo però,avendo io acquistato una stampante piuttosto valida,ho da poco riassaporato il gusto di vedere sulla carta le immagini che scatto.Non che non lo facessi più,ma il fatto di controllare il processo di stampa senza passare per un laboratorio ed avere un risultato piacevole mi ha fatto riflettere su quanto si perda della fotografia quando si toglie il processo finale della stampa.
Prima di tutto si deve far collaborare il mondo digitale col mondo della materia cartacea,cosa per nulla semplice,infatti ciò che si vede sullo schermo non corrisponde mai a ciò che viene stampato per migliaia di motivazioni legate alle diverse fisicità dei supporti digitali e analogici in questione….ma il concetto che mi preme esprimere non è di ordine tecnico ma di ordine animico:
Portare un’immagine digitale su carta è anche oggi,nonostante le innovazioni tecnologiche,la reale conclusione del processo fotografico.Potrebbe non sembrare così dal momento che il mondo del lavoro piuttosto che dell’amatore sembrano prescindere da questo passaggio ma io la penso diversamente.Solo quando tocchi con mano la tua stampa sai che il processo è finito.Noi stiamo semplicemente attraversando un periodo di transizione in cui il fatiscente prova a sostituire il reale ma non durerà,la realtà ha sempre vinto nel mondo.E anche se nei prossimi anni la stampa tenderà a sparire,non credo accadrà mai in maniera definitiva,l’uomo è fatto di materia e se perde il suo contatto con la materia termina di essere uomo,almeno in questa forma.Non si può prescinder da questo.Nei prossimi anni se sparirà la stampa sparirà qualcosa di molto più grande:
Il senso del tatto,dell’olfatto dell’udito e perché no,del sapore legato a qualcosa di fisico,non può essere sostituito dal solo senso della vista e la fotografia coinvolge tutti i sensi…non solo la vista.
Quindi stampate le vostre immagini e vi renderete conto che nel momento in cui toccate con mano la vostra opera,solo in quel momento sarà veramente viva…