Qui a Koubri gli anziani sono sacri e vengono accuditi sia da familiari che dai vicini di casa, per loro è una cosa naturale farlo.
Le case di Koubri sono degli edifici minuscoli che spesso non raggiungono i 10 metri quadrati, le famiglie vivono in tante piccole stanze di questa dimensione che hanno al centro uno spazio aperto, come fosse un giardino solo che è fatto di terra rossa.
All’interno di questo cortile le famiglie cucinano, stendono i panni e fanno i lavori domestici. Ogni lavoro, che si tratti di lavare i panni o di lavare i piatti viene fatto a terra e non è raro osservare, tra panni appesi, bambini che giocano e mamme che cucinano, delle anziane signore sedute a terra col loro foulard colorati sulla testa, scalze e silenziose che se ne stanno li in una sorta di contemplazione.
Tutte le persone del paese conoscono gli anziani e se ce n’è uno che sciaguratamente è solo, troverà senza dubbio qualcuno disposto ad accudirlo.
Qui la vita è semplice, ridotta ai minimi termini, quelli che contano, nessuno prende la macchina per andare in città per fare un lavoro che lo stressa, nessuno ha l’automobile, gli spostamenti sono brevi e le famiglie hanno un reale senso sociale.
Pensavo alle numerose discussioni che i nostri politici fanno sul sociale o sul “problema degli anziani”:
e già la nostra vita assurda ha fatto diventare un problema ogni cosa che non produca soldi e quindi anche i bambini e gli anziani.
Qui si può osservare bene come il sociale non nasca dall’alto o da imposizioni fatte da qualcuno ma di come sia un elemento insito nella cultura; qui le persone sono sociali perché sanno che è l’unico modo giusto di vivere, sanno che aiutandosi riescono a vivere meglio.
Come al solito dove c’è poco da spartire le persone si spartiscono tutto…
Nelle nostre città non esiste un problema del sociale, esiste una società alla deriva che avendo perso il senso della vita, ha perso anche il senso di stare insieme.
Anche qui in Africa esistono contraddizioni e litigi, anche qui l’uomo ha i suoi limiti e le sue ottusità, ma il senso della vita ancora non lo hanno perso, il loro legame stretto con la natura e con le cose reali li portano, nella loro ignoranza culturale, a saperne molto più di noi.