Anche qui, come in tutto il mondo credo, esistono i ricchi e i benestanti e anche qui si vede da lontano la differenza tra loro e i poveri. La prima volta che ne ho visto alcuni ero seduto nell’equivalente di un nostro bar, erano un gruppo di amici. A parte l’abbigliamento e la cura nel vestire e nel corpo, la cosa che mi ha lasciato perplesso è che avevano la nostra stessa faccia e il nostro stesso atteggiamento. Non ho visto l’umiltà e la sincerità di molti volti che ho incontrato durante questi giorni, avevano lo stesso atteggiamento di un occidentale medio, si sentivano superiori e importanti proprio come ci sentiamo noi.
Vedere questa cosa mi ha fatto pensare che questo mondo non durerà a lungo e mi ha fatto riflettere sul fatto che l’uomo, in fondo, è lo stesso ovunque. Le possibilità e le comodità allontanano subito l’uomo da se stesso e dal suo passato e si vende al migliore offerente per quella che crede essere una vita migliore. Ho anche visto donne sbiancarsi la pelle attraverso creme a quanto pare molto nocive. Pensavo a quanti di noi affollano le spiagge per abbronzarsi e a queste donne africane che vogliono sbiancarsi.
Chissà come mai noi uomini siamo così fragili e così vittime della nostra inconsapevolezza; perché il superfluo, appena i soldi ce lo permettono, diventa indispensabile e perché ci corrompiamo velocemente dimenticandoci il nostro passato come nulla fosse?
Il paradosso è che questo paese è ancora povero e umile proprio perché il colonialismo europeo lo vuole così… la follia sta nel fatto che se questo paese dovesse liberarsi dalle sue catene probabilmente farebbe la fine dell’India e della Cina industrializzandosi e svendendosi e cercando di somigliare ai paesi che lo hanno messo in catene.
Forse la libertà che tanto cerchiamo oggi ce l’avevamo già o forse non è altro che una vita fatta di cose semplici e di affetti veri, ma sono proprio le cose semplici e gli affetti veri che sembrano essere così irraggiungibili.
Spero che l’Africa,quello che ho conosciuto qui, non cambi mai, ma in cuor mio so con virtuale certezza che anche loro prima o poi saranno colti dal cancro che chiamiamo ricchezza.